L'Arcivescovo
Francesco Antonio Santoro
(1573–1586)

Francesco Antonio Santoro
Arme dell’arcivescovo di Santa Severina
Francesco Antonio Santoro (Ughelli F., Italia Sacra, VIII, 488).

Fratello del ben più illustre cardinale Antonio Giulio, fu nominato arcivescovo di Santa Severina nel 1573. Fece sì che l’azione dell’Inquisizione entrasse nella vita quotidiana della città, utilizzando il potere arcivescovile per raggiungere i suoi scopi economici e sociali, intimorendo e carcerando anche con l’utilizzo del braccio secolare. La sua importanza nella storia dell’Inquisizione a Santa Severina sta nel fatto che nel corso di due concili provinciali introdusse un canone relativo alle norme dell’Indice dei libri proibiti. La sua azione inquisitoria contro le pubblicazioni “blasfeme” fu zelante e ci sono molte testimonianze ad attestarlo, come l’atto di protesta di Silvestro de Martino e Margarita Infosina contro Laurentio de Modio che nel 1574 richiedevano la restituzione dei beni ed oggetti ingiustamente sequestrati, beni ed oggetti ritenuti da un commissario dell’udienza per inquisizione “de pretensa blasfemia dei”. Certo è che sotto questo arcivescovo la mano repressiva dell’Inquisizione si faceva sentire molto a Santa Severina.