Storia Santa Anastasia
Santa Anastasia, il cui nome significa "resurrezione", era una nobile giovinetta romana vissuta al
tempo degli imperatori Decio e Valeriano (tra circa il 220 e il 250 DC).
Decise di rinunciare a quel che aveva per dedicarsi alla vita monastica e trovò nella pia Sofia la sua guida
spirituale.
Denunciata dai propri parenti, fu processata dal prefetto Probo il quale la sottopose a innumerevoli torture
prima di farla decapitare.
I suoi resti furono gettati fuori le mura e fu Sofia che li raccolse per dargli una dignitosa sepoltura.
La storia di questa martire, detta anche Santa Anastasìa romana la maggiore o Anastasìa osiomartire,
cioè monaca martire, si intreccia e si confonde con quella di un'altra Santa Anastasia di Sirmio anch'essa
romana e anch'essa martire nel periodo in cui era imperatore Diocleziano.
Questa confusione tra le vicende di vita dei santi dei primi secoli del cristianesimo è frequente e spesso ha
generato problemi iconografici su come raffigurarli.
Le raffigurazioni che sono state fatte nel tempo riconducono alla santa di Sirmio, il dubbio comunque resta.
La statua in cartapesta è un pregevole esempio di scultura napoletana della seconda metà del XVIII secolo.
E' conservata nella Cattedrale di Santa Severina.