Le Collezioni – Sezione Pittura
Il contesto storico è il punto fondamentale da dove si deve partire per ricostruire la vicenda di ogni determinata opera in modo tale da capire le varie correnti artistiche che avvolgevano il territorio calabrese. Il committente principale per la richiesta di opere d’arte che dovevano avere il gusto dell’epoca, fu principalmente l’istituzione ecclesiastica nella figura dei vescovi e in alcuni casi anche dei parroci. Di varia provenienza, sono le botteghe che hanno partecipato alla formazione di un corpus di dipinti, dei quali la maggior parte hanno come punto di riferimento la scuola napoletana, centro di eccellenza e porto culturale da cui transitavano artisti da tutta Europa.
I dipinti del museo, come anche di altre situazioni calabresi, sono stati realizzati per essere esposti, nella maggior parte dei casi, nelle chiese per una funzione devozionale orientata a manifestare il rapporto dell’individuo con il sacro.
I pittori che hanno lasciato traccia a Santa Severina, principalmente tra il XVI e il XX secolo, sono figli di movimenti artistici che probabilmente cercavano di avvicinarsi ai grandi maestri del tempo, talvolta copiandoli e altre volte rielaborandoli anche con pregevole originalità. La Madonna con Bambino, probabilmente di bottega toscana, dal forte coinvolgimento emotivo e dall’attenzione al paesaggio tipico del XVIII secolo, oppure la tela di Sant’Antonio di Padova, in un memento mori databile intorno alla metà del seicento, caratterizzata da colori caldi che emergono da uno sfondo buio, sono un fulgido esempio di una qualità raffinata che circondava la diocesi di Santa Severina.
Particolare è la galleria di vescovi raffigurati su dipinti per lo più del XX secolo, la quale documenta la presenza di questi importanti personaggi che hanno cambiato in un arco cronologico millenario, prima come metropoliti e in seguito come arcivescovi, la storia di Santa Severina. Immagine immediata ed eloquente è quella dell’arcivescovo Ludovico del Gallo, rappresentato dal pittore, anch’esso anonimo, con una lunga barba bianca, in abito talare ricamato, la mano destra indica la biblioteca alle sue spalle con chiara allusione al suo gusto per la cultura.
Inoltre, recentemente sono state accolte nella pinacoteca del museo altre nove tele restaurate, tutte databili intorno al XVIII secolo, riferibili a diverse botteghe minori dell’Italia meridionale con rappresentazioni figurative attinenti sempre al contesto liturgico-religioso.
(Tratto da “Museo Diocesano Di Arte Sacra Santa Severina – Catalogo delle opere”, testo di Ferdinando Panza)